Giusti 80’anni fa, oggi sul Gran Sasso ci fu la liberazione del Duce ad opera dei Paracadutisti tedeschi al comando del Maggiore Otto Mors, per l’operazione Quercia.
Ma tra di loro all’ultimo momento si insinuò un personaggio equivoco, Otto Skorzeny, che addirittura poi viaggiò sull’aereo con Mussolini per indirizzare dall’aeroporto di Pratica di Mare il successivo viaggiò verso Hitler.
Ma nei giorni precedenti, in gran segreto, Skorzeny aveva alloggiato a Roccaraso presso la casa di Matilde di Libero, madre di Oreste, successivamente Sindaco di Roccaraso. E fu proprio Oreste Petrarca diversi anni dopo quando vide Otto Skorzeny sul giornale che ne annunciava la morte a riconoscerlo per via del suo volto, caratterizzato sulla guancia sinistra da una ampia cicatrice.
Il militare tedesco, mi raccontava Oreste, non usciva per tutto il giorno dalla sua stanza in cima alla soffitta che aveva un piccolo abbaino. Spesso si udiva la sua voce, parlava con qualcuno e perciò in quella valigia che portava appresso aveva sicuramente un piccolo apparecchio radio.
Matilde gli metteva i pasti su un vassoio davanti alla porta e bussava per avvertirlo. Poi, a notte inoltrata, usciva dalla casa e Oreste incuriosito da quella strana persona, lui aveva dieci anni, si affacciava alla finestra per capire dove andasse. Probabilmente faceva una passeggiata per le strade deserte della Roccaraso ormai vicina alla guerra. Solo una volta lo vide parlare con un’altra persona appoggiato al muro di una casa vicina.
Insomma, Roccaraso inconsapevolmente si trovò già nella storia della Seconda Guerra Mondiale, appena dopo l’8 settembre e qualche giorno prima dell’arrivo dei primi Fallschirmjäger, i paracadutisti tedeschi della 1^ Divisione Heidrich, che la distrussero completamente e che compirono l’Eccidio di 128 abitanti della frazione di Pietransieri.
Ugo Del Castello