Si è svolto venerdì 9 luglio 2021, alle ore 18, presso il Cinema S. Antonio. Un pubblico nutrito ma contingentato, secondo le normative di sicurezza sugli eventi in presenza, ha seguito con interesse i lavori.
La legge n. 69 del 19 luglio 2019, a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenza per atti persecutori e maltrattamenti, nei diversi aspetti, soprattutto l’applicabilità della stessa, è stata al centro della riflessione dei relatori.
Laura Venittelli, avvocato e presidente della “Casa dei Diritti, Michela Venditti, dirigente indacale SAP Isernia e ispettore superiore di Polizia, Sabrina Lembo, scrittrice, Anna Maria Elvira Musacchio, Presidente Distretto Sud Est Fidapa Bpw Italy.
Il codice rosso, legge n. 69 del 19 luglio 2019, entrata in vigore il 9 agosto, modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza è composto da 21 articoli che individuano una serie di reati attraverso i quali si esplicherebbero le procedure. In modo particolare vengono modificate alcuni punti del codice allo scopo di rendere più veloci le prassi del processo penale e le misure di adozione dei provvedimenti.
“In sintesi velocizzare, da qui codice rosso, nel senso di corsia preferenziale”– ha precisato l’avvocato Laura Venittelli, già parlamentare nonché socia Fidapa e presidente dell’Associazione Casa dei diritti che, citando la sentenza del Caso Talpis del 2 marzo 2017 ha evidenziato come la Carta Europea dei diritti dell’uomo, ha riconosciuto il reato dello stupro collettivo, puntando a seguire, la sua riflessione su tre dei nuovi reati più diffusi ed inseriti nella legge, e tra questi il “ revenge porn” o meglio “la diffusione illecita di immagini o video sessuali espliciti”.
Fenomeno dilagante, soprattutto tra i minori. E proprio di informazione e di minori ha parlato nell’introduzione la presidente Angela Rusciano, rivolgendosi ai dirigenti presenti al convegno che in realtà era stato inserito nella programmazione delle attività della sezione avendo come partecipanti privilegiati gli alunni delle scuole. I saluti della città di Termoli e dell’amministrazione comunale sono presentati dall’assessore alla politiche Sociali Silvana Ciciola, molto impegnata su problematiche così frequenti.
Di esempi pratici sugli interventi e sulle garanzie difensive ha colloquiato la dirigente SAP di Isernia Michela Venditti che con il supporto di video illustrativi ha presentato gli strumenti di cui si avvale la polizia di Stato Dal protocollo Eva all’applicazione di nuovi sistemi per implementare le segnalazione e la sinergie con le altre agenzie, in modo particolare l’applicazione “ Scudo” e lo spot divulgativo “ Questo non è amore”.
Sabrina Lembo, giornalista e scrittrice, autrice del libro “ Anch’io ho denunciato”. Titolo eloquente, di cui ha letto un passaggio la socia Giovanna Di Bello, teso a manifestare alle donne vittime e fragili, per il loro bene. la necessità non tacere. Il libro è infatti un caso letterario, entrato a far parte del progetto di Maria Grazia Cucinotta al vertice della Onlus “ Vite senza paura”. Storie di donne che l’autrice mette in risalto per incoraggiare le ad agire, scoprendo il velo della propria storia personale.
Scritto in italiano e spagnolo sul genere del testo teatrale, ha meritato all’autrice il premio internazionale selle buone pratiche. I lavori densi e nutriti, si sono conclusi con l’intervento della presidente del Distretto Sud Est Anna Maria Elvira Musacchio che ha posto la sua riflessione sulla trasversalità del tema in oggetto. Tema che pur rientrando tra gli argomenti specifici del profilo nazionale, in verità viene trattato dalle sezioni con frequenza al di là delle giornate canoniche prestabilite.
L’approccio alle scuole è stato evidenziato in maniera particolare perché la scuola è il luogo deputato alla formazione delle mentalità e delle coscienze delle generazioni che seguiranno, sopperendo ai fallimenti di una società che pur veloce nell’apprendimento dei meccanismi di comunicazione digitale, nel progresso scientifico e tecnologico, è ancora molto indietro rispetto alle mentalità ancorate in quella che per secoli ha definito i confini della differenza dei generi e la superiorità maschile, in molti casi legittimata dalla consuetudine e codificata.
Basti pensare che la norma sull’autorità maritale, all’interno del diritto di famiglia, è stata abolita solo nel 1975.
Fernanda Pugliese