Ho trovato per caso su Facebook questa immagine svizzera e così sono riaffiorati i ricordi di un tempo, perciò torno a parlare di cose serie, di curiosità, che a me piace tanto rivelare; sono altri che devono una volta tanto affrontare e risolvere fin dove è possibile i problemi delle domeniche invernali al centro di Roccaraso.
Quella che vi racconto è una vicenda di 21 anni fa, quando con l’aiuto di Roberto Del Castello e il contributo di Skipass Alto Sangro pubblicai la mia prima ricerca: La Slittovia di Roccaraso, data in omaggio in seimila copie – in prevalenza turisti – e recensita su diverse riviste e quotidiani.
Era il mese di aprile e sentii bussare alla porta dell’ufficio, che si affacciava sulla piazza principale di Roccaraso. Entrò Callisto Del Castello, imprenditore funiviario roccolano, che si avvicinò col suo fare un po’ traballante e il sorriso sornione che mi sorprese; si avvicinò alla scrivania, mi strinse la mano e fece i complimenti per la ricerca. Poi si sedette e rivelò che gli avevo dato lo spunto per ricostruire la slittovia di Monte Zurrone, naturalmente in chiave moderna su rotaia, ma con la livrea che ricordasse il vecchio impianto narrato.
Era un po’ di tempo che pensava di fare qualcosa di particolare per Roccaraso, proprio in chiave funiviaria, ma non riusciva ancora ad immaginare cosa. Il ricordo del primo impianto di risalita del 1937 si rivelò il giusto obiettivo. In chiusura aggiunse: diventerà il fiore all’occhiello di Roccaraso. Rimasi sorpreso e soddisfatto di aver addirittura provocato una reazione simile.
Avendo inviato nel frattempo una copia del libro al direttore della rivista Professione Montagna, Aldo Del Bo, che poi recensì, da lui fui invitato al Convegno nazionale degli esercenti a fune (ANEF) che quell’anno si tenne a Montesilvano. Feci omaggio della pubblicazione ai convegnisti e fu molto apprezzata.
Del Bo ne parlò anche in sala, di quello che era stato il primo impianto di risalita al servizio dello sci e in molti risalirono con la mente alla loro slittovia di un tempo; durante la pausa caffè fu motivo di ricordi e discussioni innevate. Nessuno fino a quel momento aveva narrato in maniera così precisa una slittovia.
In quella occasione venne a salutarmi Erich Kostner, il patron della Val Badia, che mi aveva fornito notizie sulla sua slittovia che realizzò a Corvara nel 1938. Conobbi anche Giovanni Valle, delegato ANEF del Veneto, che mi raccontò di suo padre Renato e dello zio Ferdinando, pionieri ampezzani dello sci roccolano e fondatori della prima scuola di sci da loro aperta a Roccaraso nel 1932 e che fu anche la prima in Italia autorizzata dalla Federazione Italiana dello Sci.
Dopo una decina di giorni andai a Corvara e a Cortina e fui loro ospite. Kostner mi portò a vedere i lavori di sostituzione della funivia della Gran Risa con la telecabina attuale e mi illustrò le peripezie tecniche e burocratiche che aveva superato per iniziare quei lavori. Giovanni invece mi fece omaggio di una copia degli articoli di giornale di suo padre che ricordavano la loro permanenza a Roccaraso. In quella occasione salii anche sull’Alpe di Siusi dove scoprii un vero slittone, conservato in un fienile adiacente all’Hotel Panorama e all’omonima seggiovia, dove un tempo quello slittone salì e scese per portare i loro sciatori. Anche di questo ne avevo parlato nel mio libro.
Purtroppo quel giorno a Montesilvano Callisto si sentì male e dopo qualche tempo si spense. Finì male anche la sua idea, soprattutto perché negli anni successivi Monte Zurrone, come buona parte del territorio che circonda l’abitato di Roccaraso fu aggredito dalla speculazione edilizia e la linea di partenza dell’ipotetico impianto fu occupata dal cemento.
Lui ci aveva visto giusto, perché la stazione di arrivo della slittovia, dove oggi è rimasto l’argano in ferro, si trova al centro degli Altopiani Maggiori d’Abruzzo e avrebbe costituito effettivamente un punto di frequenza turistica al pari di quelli che spesso si trovano sulle Alpi.
Il rammarico è immenso proprio perché con l’occupazione edilizia di quella zona di partenza dell’impianto si è precluso ogni possibile sviluppo di quella mirabile idea.
Ugo Del Castello