Faceva di cognome Marrone e di soprannome “la Lipinara”, da lupini.
Era di Lama dei Peligni, nonna di Enrico Del Pizzo, che dal Duemila circa è diventato un carissimo amico, per essere stato colui che ha dato l’imput alla mia attività di ricerca sulla storia turistica, sciistica e di guerra di Roccaraso.
Ma se devo essere più preciso è stata proprio nonna Giuseppina il mio mentore spirituale.
Lei, madre di quattro figli restò vedova e così dovette ingegnarsi per portare avanti la famiglia. Così incominciò a vendere i gialli legumi, che oggi poco usati, pare siano un toccasana per la salute. L’aiutava uno dei figli, il padre di Enrico, il quale da Lama risaliva il Guado di Coccia per arrivare a Raiano ad acquistare presso un grossista i preziosi lupini.
Li vendeva dappertutto e siccome erano pratici da tenere in tasca veniva sui campi di neve di Roccaraso a venderli agli sciatori che uno ad uno li infilavano in bocca quale fonte di rinforzo per sostenere l’attività sciistica, che all’epoca prevedeva dure salite con gli sci per poi bearsi del fascino della discesa.
Ma che faceva di strano questa intraprendente nonna? Ogni tanto acquistava qualche cartolina di Roccaraso e la conservava con piacere.
Fu così che il nipote Enrico, studente di Architettura, quando le trovò in soffitta continuò l’attività della nonna fino a collezionare centinaia di cartoline antiche dei luoghi che la nonna aveva frequentato (d’estate anche quelli del mare abruzzese), ed in particolare di Roccaraso, immagini ricche sì di sciatori multiformi, ma anche di alberghi, chiese, il teatro, la torre medievale dell’orologio, stradine e panorami innevati.
Così io, conosciuto Enrico, attraverso questa sua preziosa collezione incominciai col raccontare una bella storia dello sci roccolano, quella del primo impianto di risalita: la slittovia del Monte Zurrone.
Il resto della mia attività di ricerca e di pubblicazione di libri in merito è nota e devo ringraziare “la Lipinara” se sono arrivato a tanto, a riconferire un’anima a questa nota località sciistica, drasticamente distrutta dai tedeschi durante l’ultimo conflitto mondiale.
Grazie nonna Giuseppina, grazie Enrico, Roccaraso attraverso me devono a voi qualcosa, per averci consentito di mostrare un paese antico, inimmaginabile al turista, che oggi trova solo modernità, che non ha niente a che vedere con la sua bella storia.
Ugo Del Castello