Dopo le ultime amarezze vissute seguendo i rimbalzi del pallone rossoblù, avevamo sperato che la fredda e piovosa serata nella città del cioccolato potesse regalarci un caldo e dolce “bacio”. Un bacio farcito con gianduia e granella di nocciola e ricoperto di cioccolato fondente, invece no, quello portatoci in dono dal Grifo biancorosso è stato uno di quelli extra fondente, uno di quelli amari, che impastano la bocca, che avvolgono le papille gustative degli amanti dei colori rossoblù con lo spiacevole retrogusto della sconfitta.
Sciolto nella gola il cioccolato amaro, non è rimasto che aprire il cartiglio con la frase d’amore «la strada che porta alla felicità è piena di strette curve e di ripide salite, il Lupo è sofferenza e passione…». Purtroppo, quello sceso al “Renato Curi” di Perugia è stato un brutto Campobasso (voto 5), una squadra che nelle ultime quattro gare sembra aver smarrito quella solidità e brillantezza che avevano contribuito a dipingere gli undici rossoblù come la “matricola terribile” del girone. Una sconfitta arrivata contro una formazione tutt’altro che irresistibile e priva di ben sei titolari (voto 6), per questo ancor più irritante.
Le interviste
La gara, malgrado l’evidente sterilità espressa nell’ultimo terzo di campo, sembrava comodamente gestibile da parte dei nostri, purtroppo, l’ennesima gracilità difensiva (partorita dalla fascia destra, una fascia che nelle ultime gare è sempre incinta…) prima, e la scioccante gestione della palla su una punizione a nostro favore dopo, hanno aperto troppo facilmente la strada della doppietta al perugino Seghetti (70′ e 83′), tardiva e inutile la rete del nostro buon Calabrese (95′). Adesso bisogna resettare tutto, le gioie passate e i dolori odierni. Per fortuna la classifica è ancora amica dei nostri colori.
Sabato, dopo trent’otto anni, l’ultima il 23/11/1986 (1-0; Parpiglia (C)), tornano al “Molinari” gli ex cugini pescaresi, in un derby da lungo e troppo tempo atteso, e allora a partire dalle ore 19.45, sciarpa al collo, uno di fianco all’altro, spalla a spalla, da trasformarci in due braccia di un unico corpo, c’è un delfino da pescare…
Antonio Salvatore